Viaggio nel Bronx di Napoli Est, tra degrado e futuro

21 set 2024
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"Vieni a vedere, vieni. No, devi venire a vedere. Ti giuro su Dio, guarda qua." "Tutta la giornata così?" "Sempre. Ma sono anni." Dovevano durare 10 anni, sono durati 40 anni. Siamo nel Bronx di San Giovanni a Teduccio che adesso aspetta una svolta. Tra le file di palazzoni in via Taverna del ferro, le cosiddette Stecche, si aspetta la svolta anche con fondi PNRR. 360 nuovi alloggi e un nuovo quartiere entro il 2027. Il cantiere si è fermato per vari mesi tra intoppi e una interdittiva, poi sospesa, all'impresa aggiudicataria. I lavori dovrebbero riprendere a giorni. A lottare da anni per la riqualificazione è il Comitato Ex Taverna del ferro, composto da assegnatari storici di casa popolare e persone in emergenza abitativa che anni fa occuparono le case ma hanno poi in qualche modo regolarizzato la loro posizione nel tempo. Il comitato ha convinto le istituzioni della necessità di abbattere quelle case. "Nonostante siano stati fatti, diciamo, dei piccoli lavori di spicconatura per togliere i pericoli imminenti che cadevano da queste facciate, continuano a cadere calcinacci. Ma persino sono saltati gli impianti elettrici nelle case. Le stesse tubature dell'acqua che portano l'acqua nelle case sono saltate, è saltato tutto." Strutture fatiscenti, infiltrazioni, ascensori fermi o in stato precario. Mentre i tetti sono stati rattoppati, entra acqua dalle facciate dei palazzi e impregna le pareti, ogni volta che piove. "Avete provato a sollecitare?" "Si, si, al comune. Nessuno, nessuno." "Come si si vive qua?" "Male. Con la paura che succede anche a noi come è successo a Scampia." "Può succedere anche qua. Le passerelle ce l'abbiamo anche noi, sono in ferro e non è che stanno bene bene." La paura corre veloce e si prova a vigilare anche sul trasferimento degli abitanti nei nuovi alloggi, anche alla luce dell'incidente avvenuto nella Vela Celeste di Scampia durante i lavori. L'obiettivo è trasferire tutte le famiglie di una Stecca e poi demolire i palazzoni per evitare di trovarsi con persone in casa e lavori in corso. "Stiamo capendo insieme come poter limitare sia eventuali situazioni di blocco dei lavori, ma anche angosce da parte degli stessi residenti, che dalla tragedia di Scampia vivano questo processo con più ansia." "Non ci dimentichiamo che in queste case c'era l'amianto. Ha fatto i danni che doveva fare, perché qua c'è un alto tasso di mortalità per tumore. Non deve rimanere nemmeno una pietra, perché c'è tanta sofferenza in queste case.".

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