“Lo condanna alla pena di mesi sei di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali”. Ascolta l'intera lettura del dispositivo con la stessa espressione corrucciata con la quale prende atto della condanna a sei mesi per falso, emessa nei suoi confronti dai giudici milanesi e trasformata in una multa da 45.000 euro, pena sospesa per cinque anni. Il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, potrà continuare a esercitare la sua funzione di amministratore pubblico, nonostante la X Sezione penale lo abbia ritenuto responsabile ai tempi in cui era commissario unico di Expo e aver firmato il 31 Maggio 2012, ma con data 17 maggio, gli atti ideati per sostituire due dei cinque componenti della Commissione che avrebbe dovuto assegnare l'appalto della piastra, l'infrastruttura più importante di Expo. Escamotage, quello della retrodatazione, che sarebbe stato adottato per evitare di far saltare il già affannato cronoprogramma di consegna del cantiere. Amaro il commento del Sindaco, che lo scorso aprile, nell'interrogatorio in aula, aveva ribadito di non essere mai stato a conoscenza della retrodatazione di quei documenti. “Una sentenza del genere dopo sette anni abbondanti per, alla fine, un vizio di forma che non ha prodotto nessun effetto, credo che allontanerà tanta gente onesta, capace, tanta gente perbene, dall'occuparsi di cosa pubblica”. Travagliato l'intero iter processuale che ha portato alla condanna del Sindaco e all'assoluzione degli altri tre imputati. La Procura della Repubblica in origine aveva infatti chiesto l'archiviazione per Sala, richiesta respinta dal giudice per le indagini preliminari e che diede poi origine a un'inchiesta bis, questa volta della Procura generale. Intanto, mentre sul processo pende la prescrizione, che dovrebbe maturare a novembre, la difesa del Sindaco annuncia ricorso in appello. “Credo che proprio questa intenzione punitiva del tribunale sia fuori dalla storia, oltre che essere ingiusta”.