Le telecamere di sorveglianza e una corsa in metropolitana l’hanno tradito: è in stato di fermo, Edgar Bianchi, quarant’anni, genovese, ex barman, un metro e ottanta, fisico atletico. A Milano da mercoledì gli davano la caccia 150 poliziotti della squadra mobile, dopo la denuncia di una tredicenne aggredita sul pianerottolo di casa in via Rubens, in un condominio della periferia ovest della città. Bianchi era ben noto alle forze dell’ordine per aver terrorizzato Genova con venticinque stupri commessi dal 2004 al 2006, sempre con le stesse modalità e sempre su adolescenti. La perizia psichiatrica del 2006 gli diagnosticava una patologia da narcisismo istrionico con tendenze sadiche. Per i reati commessi a Genova aveva scontato otto anni di carcere, tornando in libertà nel 2014. Un violentatore compulsivo, che anche questa volta non si è allontanato dal rituale. Notata una ragazzina all’uscita di scuola, l’ha seguita, riuscendo a entrare con lei nell’ascensore del suo palazzo, e sul pianerottolo l’ha poi aggredita. La tredicenne ha urlato, ma nel grande stabile nessuno ha sentito le sue grida. Minuti interminabili, dopo i quali l’uomo si è dileguato. Una violenza avvenuta non lontano dal luogo di residenza del fermato. La ragazzina, assistita dal Centro per le vittime di violenza sessuale nella clinica Mangiagalli, è riuscita a fornire una dettagliata descrizione agli investigatori, riferendo anche che l’aggressore portava un tutore al ginocchio. Nelle ultime ore le indagini, estese a tutta la zona intorno alla fermata Gambara della metropolitana, avevano stretto il cerchio intorno a lui e le forze dell’ordine stavano per catturarlo, quando Bianchi, forse intuendo l’imminente arresto, si è presentato spontaneamente in procura per costituirsi. L’accusa è quella di molestie sessuali su una minore.