La corsa in farmacia per comprare le mascherine, in picchiata le prenotazioni ai ristoranti cinesi. A Castel Giuliano, in provincia di Roma, due ragazzini di ritorno dalla Cina allontanati da scuola. In Italia è psicosi Coronavirus, nonostante il virus non sia finora arrivato. Diversi i casi sospetti, ma per tutti le analisi di laboratorio al momento hanno escluso il contagio. L'Italia, ha detto il ministro Speranza, ha attivato da subito una task force operativa in maniera permanente per monitorare la situazione. Rispetto agli altri, il nostro Paese ha adottato il miglior approccio protettivo. Al numero d'emergenza 1500 nella sola giornata del 28 Gennaio sono arrivate più di 700 telefonate. Il numero 1500 attivo ora 24 ore su 24. Esso opera sia da punto centralizzato di raccolta delle segnalazioni di casi sospetti da parte dei cittadini per il successivo smistamento, ove necessario, alle Strutture Sanitarie delle Regioni che per fornire informazioni alla popolazione sul virus e sulle misure di prevenzione da adottare. Intanto è attesa la partenza dall'Italia del volo curato dall'Unità di Crisi della Farnesina per riportare a casa i connazionali rimasti bloccati a Wuhan, città focolaio del Coronavirus. Mancano ancora alcuni passaggi per il via libera definitivo del Governo di Pechino. Quel che è certo è che, appena atterrati a Roma, saranno sottoposti a controlli e messi in quarantena almeno per 14 giorni. Ma non tutti hanno deciso di rientrare, come Lina Donà che ha scelto di restare con i suoi tre figli a Suzhou. Noi facciamo una vita da reclusi in qualche modo. La cosa buona è che comunque nelle Province della Cina, a esclusione dell'Hubei, i servizi di approvvigionamento sono garantiti e, quindi, non c'è la corsa agli scaffali.