Il lavoro è ancora lungo, ma il puzzle inizia a comporsi. Mentre il Comitato Giustizia per le vittime del Trivulzio denuncia 200 decessi da marzo su 1000 degenti, è una situazione ancora molto critica all'interno della struttura. Gli investigatori nelle ultime ore hanno iniziato la raccolta delle testimonianze dei lavoratori del PAT sui presunti errori di gestione da parte dei responsabili della cosiddetta “Bagina”. Operatori, infermieri, medici, le cui dichiarazioni verranno scremate in vista di una futura convocazione per rendere sommarie informazioni testimoniali. Si snoda attraverso questi passaggi la maxi inchiesta della Procura di Milano, avviata per epidemia e omicidio colposi che punta a ricostruire la catena di comando. Le disposizioni date e soprattutto le misure adottate all'interno di oltre 15 residenze per anziani nelle quali sono morte centinaia di persone negli ultimi mesi. Il lavoro si concentra soprattutto sulla valutazione dell'operato dell'Agenzia di Tutela della Salute, ex ASL, delle indicazioni date sui rischi di epidemia e delle decisioni prese dalla Regione Lombardia, tra cui c’è l’ormai nota delibera dell'8 marzo. Nelle ultime ore i Carabinieri del Nas hanno eseguito un'ispezione all'interno dell'istituto Frisia di Merate, residenza per anziani che fa capo al Pio Albergo Trivulzio. Già nelle scorse settimane diversi dipendenti del PAT, avevano denunciato carenze nei protocolli interni della struttura, che avrebbero favorito il contagio tra ospiti e operatori. Tutti aspetti che dovranno essere appurati dagli investigatori che puntano a ricostruire quanto accaduto anche all'interno di altre 15 strutture, tra cui Don Gnocchi. Qui, fa sapere il loro legale, ad alcuni lavoratori è stata inviata una contestazione disciplinare per lesa immagine. Ma la Fondazione Don Gnocchi, precisa: si tratta solo di aver esercitato il diritto contrattuale di non gradimento nei confronti di chi ha leso un rapporto di fiducia.