I lavoratori della Whirlpool, riuniti in presidio al Ministero dello Sviluppo Economico, si sono scagliati contro i sindacalisti dopo che il tavolo delle trattative con il MISE e la Multinazionale è saltato. Un incontro seguito all'annuncio della cessione del ramo d'azienda, per la sede di Napoli, alla PRS, società con sede legale a Lugano, che produce container refrigeranti e che fa capo a imprenditori italiani. I 412 dipendenti si oppongono, esasperati, nonostante le rassicurazioni per il posto di lavoro e la retribuzione. Il MISE li appoggia con un comunicato categorico. È una grave scorrettezza da parte della multinazionale nei confronti sia del Governo che dei lavoratori. Whirpool, ritiene la cessione l'unica via per la sopravvivenza produttiva, ma il Governo considera la posizione dei vertici inaccettabile dopo l'appoggio garantito dalle istituzioni in questi mesi di trattative, ritenendo gli impegni disattesi. L'ex Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, aveva infatti offerto e stanziato, con decreto, 17 milioni di contributi, garantito incentivi e ammortizzatori sociali. I vertici Whirpool sono stati convocati per venerdì dal neo Ministro allo Sviluppo, Patuanelli. Se non rispettano loro l’accordo in tutti gli stabilimenti, Napoli compresa, per quanto ci riguarda, chiediamo anche alle istituzioni di non rispettarlo e fare quanto già annunciato, chiedere indietro tutti i finanziamenti che hanno preso. Annunciano il presidio immediato dello stabilimento napoletano. Per impedire che qua anche solo un bullone venga portato via da lì. Ma soprattutto si chiede, agli altri stabilimenti Whirlpool d’Italia, coesione, attraverso uno sciopero nazionale.