L'Europa continua a mantenere larghi i cordoni della borsa degli aiuti di Stato. I Paesi dell'Unione potranno utilizzare i denari pubblici per aiutare le imprese in difficoltà a causa del Covid fino a giugno dell'anno prossimo. Viene infatti prorogata quella che è una deroga decisa nel marzo del 2020 alle regole comunitarie cioè il divieto di finanziare con soldi pubblici le aziende in crisi per non alterare la concorrenza. Nell'ultimo anno e mezzo sono stati approvati, ha ricordato la Vicepresidente della Commissione Europea Margrethe Vestager, oltre 3000 miliardi di aiuti di stato in tutta l'Unione. Una cifra enorme ma la fetta di questa torta effettivamente spesa è molto più piccola intorno al 10% perché comunque si tratta di quattrini che deve tirar fuori ciascun Paese e quindi vanno a pesare sui conti di ogni singolo bilancio. Ne sa qualcosa l'Italia che ha visto lievitare il suo debito andando in soccorso ed aziende con agevolazioni fiscali incentivi alle assunzioni di personale il sostegno alle partite IVA. La rigida disciplina degli aiuti di Stato intanto presto potrebbe essere ammorbidita sul fronte dei semiconduttori. L'Europa infatti, vuole autorizzarli in maniera massiccia per la produzione di microchip nel continente in modo che diminuisca la dipendenza dall'estero: soprattutto dell'Asia ed evitare le difficoltà di approvvigionamento registrate negli ultimi tempi. Ma Vestager avverte che ogni richiesta dovrà essere valutata in modo vigoroso per evitare una corsa ai sussidi. Per garantire maggiore concorrenza poi sarà arricchita la cassetta degli attrezzi antitrust: una revisione, ha promesso la vicepresidente, che avrà una portata senza precedenti e che punterà anche a incentivi per l'economia verde ed una stretta sui sussidi per i progetti inquinanti.