Tra pochi giorni avremo i dati sulle vendite di auto a novembre ma difficilmente il finale d'anno potrà cambiare il senso di un 2024 terribile. Una tempesta perfetta con fulmini che colpiscono da tutti i lati. Vendite dell'elettrico ma anche dei motori tradizionali in affanno, vedi i crolli di quest'estate appena mitigati dalla sostanziale tenuta di ottobre. Annunci di tagli e chiusure di fabbriche anche di giganti fin qui storicamente solidissimi, vedi le tedesche Volkswagen e Mercedes. Incertezze sulle regole al di qua e al di là dell'Atlantico, vedi i dazi anticipati da Trump e spinte sulla nuova Commissione europea perché rimetta in discussione lo switch elettrico del 2035. Sullo sfondo per i produttori di casa nostra l'incombente minaccia di multe plurimiliardarie che scatterebbero l'anno prossimo se non rispetteranno, come quasi certo, i limiti comunitari di emissioni inquinanti. Per riuscirci dovrebbero costruire, a seconda del singolo caso, tra il 20 e il 30% di auto elettriche con la quasi certezza che resterebbero in larga parte invendute. La domanda resta molto bassa, in Italia bassissima, e ha indotto Stellantis a ridurre fin quasi ad azzerare la residua attività produttiva dello storico stabilimento di Mirafiori, culla della 500 elettrica. Dal 2 al 17 dicembre stop alle carrozzerie poi dal 18 dicembre al 5 gennaio chiusura collettiva dell'impianto per le festività di fine anno. Ci sarà poco da brindare anche guardando al 20 gennaio quando Trump tornerà alla Casa Bianca. I nuovi dazi al 25% su tutte le merci importate negli Stati Uniti da Canada e Messico avrebbero un impatto pesante su due dei tre grandi costruttori di auto americani: Stellantis e General Motors, in particolare l'ex Fiat Chrysler ha sette stabilimenti in Messico e sei in Canada. In più The Donald sarebbe intenzionato a eliminare gli incentivi fiscali per l'acquisto di auto elettriche introdotti da Joe Biden con l'Ira fino a 7.500 dollari, Musk, patron di Tesla, permettendo. Si torna sempre lì all'elettrico con all'orizzonte la temuta invasione cinese di modelli a basso costo, ACEA, l'Associazione dei costruttori europei, chiede alla commissione di anticipare all'anno prossimo il già programmato check-up del percorso che dovrebbe portare all'addio dei motori termici nel 2035. Nella tempesta perfetta si cerca di comprare tempo.