L'aggiustamento dei conti pubblici che l'Italia sarebbe chiamata a fare dall'Unione Europea potrebbe aggirarsi sui 10 miliardi l'anno. Si tratta al momento di ipotesi ma quel che appare certo è che il nostro Paese dovrà stringere la cinghia in pratica fare meno spesa, perché il nostro deficit supera i parametri delle nuove regole comunitarie del patto di stabilità. Se finiremo come appare sicuro fra la lista degli Stati che devono correggere il bilancio insieme ad altri 10, lo sapremo ufficialmente mercoledì, dopodiché Bruxelles ci indicherà la strada da seguire a cui seguirà una trattativa per stabilire in concreto quanti denari bisognerà recuperare. Il nostro Governo si troverà così a un bivio confermare per il 2025 tutti gli aiuti In scadenza a fine anno dal taglio dell'Irpef a quello dei contributi ai lavoratori, per i quali servono circa 19 miliardi o rinunciare a una parte di queste misure. In tutti i casi dovrà trovare i soldi necessari aumentando altre imposte sulla benzina o sui consumi per esempio o riducendo alcuni sconti in dichiarazione dei redditi come le agevolazioni sulla casa o ancora facendo pagare di più alcuni servizi: pensiamo a Scuola e Sanità. Ripercussioni in vista sulle tasche dei cittadini dunque perché se per esempio sgravi sul cuneo fiscale non fosse rinnovato 14 milioni di lavoratori si ritroverebbero una busta paga più leggera anche 100 euro al mese in meno. Palazzo Chigi da tempo dice che non rinuncerà a questa misura bandiera ma altre potrebbero essere sacrificate e intanto si allontanano alcune promesse come quella di accorciare il traguardo per la pensione, anche l'attuale anticipo di quota 103 finisce a dicembre e se non si farà nulla da gennaio serviranno 67 anni per lasciare il lavoro.