Se oggi il contribuente Mario Rossi ha un debito con il fisco o multe non pagate che non salda, in extrema ratio Equitalia gli può pignorare tutti i conti correnti. E se il signor Rossi è, per esempio, un imprenditore, potrebbe trovarsi in serie difficoltà a pagare fornitori e dipendenti e a mandare avanti l’azienda perché i soldi rimarrebbero bloccati in banca. Dal 1° luglio le cose dovrebbero cambiare. Con la fusione fra Equitalia e Agenzia delle entrate, infatti, il pignoramento dei debitori incalliti rimarrà tale e quale, nel senso che non sarà comunque necessario il via libera del giudice. Dal mese prossimo, però, i funzionari della riscossione avranno accesso ad alcune importanti banche dati del contribuente, le stesse che già ora può controllare l’Agenzia delle entrate rendendo il congelamento dei beni più efficiente. Quando adesso Equitalia pignora un conto, agisce praticamente alla cieca tanto che l’80% dei pignoramenti non centra l’obiettivo. Da luglio, invece, potendo utilizzare i database delle entrate, si punterà dritto su un conto specifico o stipendio o altre rendite in modo mirato con l’obiettivo di ridurre gli insuccessi al 20%. In questa maniera il recupero del credito dovrebbe diventare più efficace, mentre quel che cambia per il contribuente è che non si toccheranno gli altri suoi conti correnti. Le regole sui pignoramenti fiscali, quindi, restano quelle esistenti. È bene ricordare, comunque, che si tratta della misura estrema che arriva cioè dopo che al signor Rossi è arrivata a casa la cartella esattoriale, ma ha continuato a non pagare né ha fatto ricorso contro gli atti e le notifiche ricevute per tasse o multe non saldate.