Gualtieri: taglio tasse su lavoro e sostegno a famiglie

01 ott 2020
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Sono tante le ricette per cambiare volto al fisco con l'obiettivo di favorire le famiglie in genere e i lavoratori con reddito medio bassi. Nella maggioranza di Governo, però, non c'è intesa di vedute. Inoltre bisogna far quadrare i conti per ridurre le imposte, si devono trovare i soldi per non creare buchi nel bilancio e per questa operazione non si possono usare i fondi europei. Il Ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri, vorrebbe partire con 10 miliardi. Denari che servirebbero per iniziare a cambiare l'IRPEF, l'imposta sui redditi. Una delle ipotesi in campo è quello del modello tedesco, un sistema che eliminerebbe gli scaglioni esistenti con l'adozione di una percentuale di prelievo unica che cresce all'aumentare del reddito. Si semplificherebbe il calcolo delle tasse, avrebbe benefici soprattutto chi non supera i 40000 euro lordi l'anno. Ma questo meccanismo che piace al partito democratico è respinto da Italia Viva e 5 Stelle che preferirebbero rimodulare i livelli di imposizione esistenti per alleggerire il peso fiscale. In ogni caso, all'orizzonte c'è uno sfoltimento delle agevolazioni. Molte le ipotesi in cantiere: dal taglio di alcune detrazioni, a nuovi tetti agli sconti che penalizzerebbero chi guadagna di più. Sarebbero salve alcune spese come quelle sanitarie, per la prima casa e c'è l'intento di dare una sforbiciata ai sussidi ritenuti dannosi per l'ambiente, come le agevolazioni sul diesel. In concreto però non sono state indicate quali voci modificare per definire nel dettaglio anche l'assegno unico per i figli. Sostituirebbe diversi bonus come quelli bebè o gli assegni per i familiari a carico. I media si tratterebbe di circa 200 euro al mese, ma la cifra dipenderà non solo dallo stipendio anche dei risparmi in Banca e dalle case possedute. Allo Stato costerebbe a regime una decina di miliardi. Per questo probabilmente non sarà subito pienamente operativo. Incognite anche per quanto riguarda la lotta all'evasione, per finanziare gli incentivi ai pagamenti elettronici ci sono 3 miliardi e non si sa con certezza quanti quattrini porteranno all'erario.

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