Il virus preme sulle attività più piccole

29 apr 2020
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Il peso della crisi sanitaria, sull'economia, aumenta la sete di liquidità delle imprese, soprattutto quelle più piccole. Denari necessari per tenere a galla il negozio o la bottega e che hanno fatto balzare, negli ultimi giorni, le richieste di prestiti garantiti integralmente dallo Stato. Le domande presentate per linee di credito fino a 25 mila euro, secondo i dati forniti dal Ministero dell'Economia, sono arrivate 30 mila, un aumento di 6 volte nel giro di una settimana. Un'impennata in pochi giorni, aggiunge il Tesoro, che non nasconde come ci siano state difficoltà organizzative su questa forma di aiuti, che di fatto, è partita da meno di 10 giorni e che, secondo le stime, finirà per essere utilizzata da molte più aziende. Che l'economia abbia bisogno di sostegno e rilancio è il pensiero anche della Banca d'Italia che, durante un'audizione in Parlamento, ha sottolineato come non sia il momento di politiche di bilancio restrittive, aggiungendo che le misure finora adottate sono appropriate. L'epidemia, d'altra parte, rende il quadro economico circondato, per dirla con le parole dell'ufficio parlamentare di bilancio, da un'incertezza senza precedenti. L'organismo indipendente, guidato da Giuseppe Pisauro, avverte come le ultime stime sulla recessione, formulate da Palazzo Chigi, potrebbero diventare anche peggiori se ci saranno nuove ondate di infezione. Intanto, il Governo si appresta a varare una nuova manovra anticrisi dai numeri imponenti e finanziata in deficit per ulteriori 55 miliardi. Tra le misure sul tavolo, uno dei capitoli più corposo è quello che riguarda i sussidi, con la previsione del cosiddetto reddito di emergenza, circa 500 euro alle famiglie che finora non hanno ricevuto aiuti. Gli indennizzi per gli autonomi, inoltre, saliranno a 800 euro per due mesi, ma con alcuni limiti. Reiterati i sostegni ai genitori con figli piccoli e la proroga della cassa integrazione speciale. Il Tesoro stima, alla fine di quest'anno, una perdita di occupati del 2 per cento, si tratterebbe di oltre 450 mila posti in meno e chi è in cassa integrazione deve mettere in conto, secondo l'analisi dei consulenti del lavoro, una perdita media di 472 euro al mese.

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