"Possiamo dire agli italiani che non ci metteremo più €1 delle loro tasse". Per il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti il matrimonio fra Ita-Airways e Lufthansa è un successo che segna la fine degli aiuti pubblici per tenere a galla la compagnia di bandiera, che un tempo si chiamava Alitalia, costata oltre 10 miliardi in 40 anni e che dal 2021 ha la livrea azzurra e un nuovo nome. Il via libera dell'Unione Europea segna dunque l'ingresso del colosso tedesco in Ita. Lufthansa prende il 41% del vettore italiano finora interamente dello Stato per poco più di 300 milioni con l'obiettivo di avere il controllo totale entro il 2033. Nel giro di qualche mese la privatizzazione sarà formalizzata e nel frattempo i due vettori dovranno adoperarsi per garantire quanto promesso a Bruxelles. L'autorità antitrust, guidata da Margrethe Vestager, ha chiesto che con le nozze sia assicurata la concorrenza. Per cui le due aviolinee dovranno fare alcune rinunce e favorire l'ingresso di rivali in diverse tratte in modo anche da evitare rialzi dei prezzi dei biglietti. Interessati in questo senso l'aeroporto di Milano Linate, dove si dovranno cedere trenta voli in partenza e in arrivo, una serie di collegamenti con l'Europa centrale e alcuni col Nord America da Roma Fiumicino. Non ci saranno ricadute economiche ha assicurato il Presidente di Ita Antonino Turicchi e non è apparso preoccupato neanche il numero 1 di Lufthansa Carsten Spohr. "La priorità è far tornare Ita redditizia" ha detto, aggiungendo che su un eventuale utilizzo del vecchio marchio Alitalia se ne parlerà in futuro.