Addio all'esame di Stato per infermieri, psicologi, odontoiatri e molte altre professioni. Il progetto di riforma delle lauree abilitanti è arrivato già da tempo in Parlamento, attraverso il disegno di legge dell'ex Ministro dell'Università del Governo Conte bis Gaetano Manfredi. Il tema trova anche spazio nella missione del Recovery Plan per l'Istruzione e la Ricerca. L'idea è quella di semplificare le procedure per l'abilitazione all'esercizio delle professioni, unificando l'esame di laurea con quello di Stato e consentendo ai giovani un accesso più veloce al mondo del lavoro. Infatti oggi passano, dall'uscita dell'università, molti mesi di tirocinio prima dell'esame di abilitazione. Sono 18 le professioni al momento interessate tra cui ad esempio farmacisti, veterinari, ma anche neolaureati in edilizia, tecniche agrarie e industriali. Medicina è già diventata una laurea abilitante. Con l'emergenza sanitaria e gli ospedali al collasso il Decreto "Cura Italia", lo scorso anno, ha infatti permesso a centinaia di nuovi camici bianchi di entrare subito a lavorare in corsia. Ma come dovrebbe funzionare il nuovo sistema? Il giorno della laurea, il candidato, di fronte ad una commissione allargata a professionisti del settore, dovrà sostenere una prova per valutare sia la preparazione teorica, sia quella pratica. Quest'ultima appresa grazie a un tirocinio svolto durante il corso di studi. Per il momento dalla riforma sono esclusi architetti, avvocati, dottori commercialisti ed esperti contabili, notai, consulenti del lavoro e ingegneri.