Tre morti sul lavoro al giorno, una media tragica quella raccontata dalle statistiche che finisce in prima pagina solo quando assume i connotati di una strage come quella di Firenze a febbraio all'indomani della quale il Governo ha annunciato un giro di vite con una serie di misure. Tra queste la patente a punti nei cantieri, in pratica l'azienda avrà una sorta di pagella e si vedrà togliere dei crediti ogni volta che un suo dipendente si infortuna. Dal primo ottobre, e solo nell'edilizia ma l'idea è di estenderla ad altri settori, la ditta perderà una certa quantità di punti in base alla gravità dell'incidente, fino alla sospensione obbligatoria dell'attività, al massimo per un anno, in caso di decesso se accertata la colpa grave, cioè se l'impresa non ha adottato gli accorgimenti di legge per rendere sicuro il cantiere. Si va così verso l'attuazione di uno strumento previsto dal 2008 con la speranza che possa frenare gli incidenti e le morti, quest'ultime, secondo le denunce raccolte dell'INAIL, sono state oltre 1000 l'anno scorso e in crescita dei primi cinque mesi del 2024. Ma la patente non soddisfa CGIL e UIL, il giudizio dei due sindacati è negativo perché la misura è considerata blanda con rischio di risultare inefficace. I punti di partenza attribuiti all'azienda possono arrivare fino a 100 e quindi sarebbero troppi, la decurtazione al massimo di 40 in caso di morte è ritenuto insufficiente, il meccanismo per recuperare i crediti generoso e pochi obblighi per aziende e lavoratori di seguire i corsi di formazione aggiuntivi per la sicurezza.