Al nuovo record di italiani con un lavoro a febbraio, si accompagna un leggero aumento della disoccupazione. L'apparente contraddizione è chiarita dal maggior numero di persone che due mesi fa si è messa alla ricerca di un posto. In estrema sintesi è questo il quadro che emerge dall'ultimo resoconto dell'Istat, che ci dice come il tasso di occupazione sia salito al 61,9%, livello mai visto nel nostro Paese. L'incremento ha riguardato solo i dipendenti, con un calo quindi di assunti a tempo determinato e di partite IVA. Per i senza lavoro invece si è passati dal 7,3 al 7,5% di febbraio, quota che sale sensibilmente al 22,8% per i giovani fra i 15 e 24 anni. La disoccupazione comunque è sostanzialmente più bassa rispetto al periodo precedente la pandemia. È dal 2021 che in Italia il mercato del lavoro è in miglioramento ma nonostante i progressi rimaniamo lontani dalla media Europea per occupati soprattutto per quanto riguarda le donne, con divari in questo caso che superano i 10 punti percentuali rispetto a Germania, Francia e Spagna. Le distanze con le maggiori economie continentali riguardano anche gli stipendi. La corsa dell'inflazione ha rosicchiato i salari cresciuti meno dell'inflazione e quindi riducendo in termini reali il loro peso. Non tutti hanno avuto aumenti contrattuali e gli sgravi in busta paga non sempre sono riusciti a difendere il potere d'acquisto. Secondo i sindacati, tenuto conto di tutti i lavoratori e dei loro stipendi, le retribuzioni nette nel 2023 sarebbero diminuite in tutto il continente e in Italia molto di più che altrove. Il 2,6% in meno rispetto a un calo medio dello 0,7.