Il prossimo decreto con gli aiuti economici per le categorie più colpite dalle restrizioni anti-Covid, atteso per fine aprile o inizio maggio, sarà dedicato soprattutto alle imprese, alle quali andrà oltre la metà, dei 40 miliardi di nuovo extra deficit deciso dal Governo. I nuovi contributi a fondo perduto dovrebbero coprire due mensilità, invece di una. Inoltre potrebbero cambiare, rispetto al precedente decreto sostegni, i criteri per calcolare le cifre spettanti a imprese, lavoratori autonomi e partite IVA. L'intenzione è di non tenere conto solo del calo di fatturato, ma di intervenire anche sui cosiddetti costi fissi, quelli come l'affitto o le bollette. Per farlo le strade possibili sono due: una, ipotizzata dal Ministro Giorgetti, è quella di calcolare i rimborsi in base ai bilanci, metodo che restituirebbe una fotografia più precisa delle perdite effettivamente subite, ma che richiederebbe tempi lunghi. L'idea sarebbe quindi di erogare l'indennizzo in due tempi, prima i soldi calcolati sul calo di fatturato e a saldo, una volta pubblicati i bilanci, una seconda trance che copra il resto delle perdite. Ma una delle indicazioni arrivate dal Governo è di fare in fretta. La scelta, allora, potrebbe essere quella di replicare la strada degli indennizzi in base al calo di fatturato, già usata nel precedente decreto e che consente all'Agenzia delle Entrate di erogare i soldi con relativa rapidità, per coprire anche i costi fissi s'interverrebbe poi sulle singole voci. Si sta ragionando ad esempio sulla sospensione o sull'annullamento di alcune tasse come l'IMU, la TARI o la tassa per l'occupazione di suolo pubblico, ma anche sugli affitti tramite il ritorno del credito d'imposta, sul canone RAI o sulle bollette. Parte dei soldi poi sarà destinata a sostenere la liquidità delle imprese, rinnovando la moratoria sui mutui e la garanzia statale sui prestiti, che scadono il 30 giugno e saranno prorogate fino a fine anno. Per i prestiti si sta ragionando anche su un possibile allungamento dei tempi di restituzione, oggi fissati a sei anni delle regole europee.