Parte la missione militare europea Aspides nel Mar Rosso

19 feb 2024
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Sì, dopo due mesi parte la missione europea a protezione proprio del Mar Rosso, quell'area di mondo che è un nodo fondamentale per entrare e uscire dal Mediterraneo. Cosa potrà fare però questa missione militare? L'ha spiegato Joseph Borrell, l'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, che dice in un comunicato: "nell'ambito del suo mandato difensivo, parola fondamentale, Aspides, la missione, fornirà maggiori informazioni sulla situazione in mare, scorterà le navi e le proteggerà da possibili attacchi". Quindi l'Unione Europea è molto chiara: non lancerà missili sul territorio yemenita per attaccare gli Houthi, come fa l'altra missione anglo-americana che andremo a vedere, ma è una missione difensiva. Non è ancora chiaro cosa potrebbe succedere se però i ribelli Houthi attaccassero direttamente o le navi militari europee o le navi commerciali che scortano. Quali saranno gli assetti navali che saranno a disposizione? Il cacciatorpediniere Caio Duilio, che è già nell'area secondo la difesa militare italiana e sarà anche il quartier generale del comando italiano. Potrebbero esserci anche degli aerei radar ma su questo non c'è ancora certezza, era stata paventata l'idea dal Ministro Crosetto. Nell'area c'è anche la fregata Martinengo. Perché è lì la fregata Martinengo? Per un'altra missione. Perché ricordiamo che questa missione Aspides non sarà la prima nell'area del Mar Rosso. Allora apriamo la cartina. Vediamo quali sono le altre operazioni occidentale in corso. Prosperity Guardian, angloamericana appunto che ha invece una modalità di attacco molto più proattivo rispetto ai ribelli Houthi. Atalanta, una missione navale europea oggi a guida italiana, appunto la Martinengo opera in quell'assetto contro la pirateria. E poi invece nello stretto tra Iran e Arabia Saudita, Agenor. Perché? Andiamo a ricordare anche questo. Perché si parla tanto di Mar Rosso e di problemi commerciali su quell'area e quello stretto di mare? Perché per via di questi attacchi le navi commerciali per la gran parte sono costrette a circumnavigare l'Africa passando per il Capo di Buona Speranza. Sono 10 giorni di navigazione in più, €1 milione a nave e ad essere colpiti sono soprattutto i porti italiani che sono quelli più favoriti dall'imbocco del Canale di Suez. Qua si vede appunto cosa è accaduto tra dicembre e gennaio: sempre meno navi dallo Stretto di Bab el-Mandeb, quindi dal Canale di Suez, e sempre di più dal Capo di Buona Speranza. Più costi ritardi nelle spedizioni.

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