Com'è possibile che l'economia italiana sia ferma, ma il mercato del lavoro Migliori? Nel secondo trimestre la crescita del nostro Paese è stata zero rispetto al periodo gennaio - marzo. Eppure la percentuale dei disoccupati è diminuita e quella degli occupati è aumentata, raggiungendo fra l'altro, livelli che non si vedevano da anni. Una contraddizione, verrebbe da dire, perché se si lavora di più l'intera economia dovrebbe correre più veloce. I dati dell'Istat, invece, dicono il contrario. Ma la spiegazione a questo dilemma c'è ed è dovuta a una serie di cause. Una prima considerazione è che stiamo producendo meno. A confermarlo sarebbe il cattivo andamento della produzione industriale. Siamo un Paese manifatturiero, ma questo settore è in sofferenza in parte perché la guerra commerciale sui dazi sta frenando le nostre esportazioni, in parte, però, questo effetto sarebbe dovuto anche alle ore lavorate cioè oltre al numero di persone che producono bisogna vedere anche che tipo di impiego hanno. Chi è part-time, spesso non per sua volontà, contribuisce meno la crescita per il Paese e rispetto al 2007, cioè a prima dell'inizio della crisi, questa categoria è aumentata di molto. È come se ci fossero quasi un milione di posti in meno. C'è poi un altro aspetto, tra chi non risulta più disoccupato, molti sono inattivi, cioè non cercano un lavoro. Questa categoria di persone, seppur in calo da anni, è leggermente aumentata a luglio e rappresenta un terzo di coloro che potrebbero avere un impiego. Gli inattivi non sono conteggiati come senza lavoro, quindi il risultato statistico è un tasso di occupazione leggermente maggiore. Discorso analogo per i cassintegrati, formalmente risultano avere un impiego. Da tenere in conto anche l'invecchiamento della popolazione. L'erosione della forza lavoro, avanza e probabilmente continuerà anche in futuro. Se poi torniamo a confrontarci col periodo antecedente la crisi, gli attuali dati appaiono scoraggianti. La disoccupazione era sotto il 6% e il prodotto interno lordo nel 2007 era circa 5 punti percentuali più alto rispetto all'attuale.