Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato uno dei punti principali del discorso della Presidente Giorgia Meloni che ha detto: attenzione, è un piano fondamentale dove a spendere tutti i soldi e senza ritardi, recriminando anche qualcosa al Governo Draghi, però poi c'è un punto fondamentale, ha detto: concorderemo con la Commissione Europea degli aggiustamenti necessari vista la crescita dei prezzi e la crisi energetica. Arrivata la risposta della Commissione Europea, già stata anticipata anche nelle settimane scorse, ma adesso un portavoce della Commissione Ue ha risposto proprio direttamente le parole di Giorgia Meloni. Allora, andiamo a vedere cosa ha detto Bruxelles perché, in casi eccezionali gli stati membri possono richiedere modifiche appunto ai loro piani di ripresa e resilienza dimostrando però che non ci sono le condizioni oggettive per l'attuazione di alcuni obiettivi. Bisogna dimostrarlo e poi, a questo seguirebbe una valutazione rigorosa della Commissione. Quindi, insomma, bisognerà evidentemente far presente a Bruxelles quali sono i punti su cui non si riesce, secondo il Governo, a procedere visto il rialzo dei prezzi. Meloni ha anche ricordato che dal suo punto di vista ci sono stati, ci sono dei ritardi nell'attuazione del PNRR, non tanto nel raggiungimento dei target, che per i due semestri che abbiamo, sono stati riconosciuti come positivi dalla Commissione Europea o lo saranno a breve, ma più che altro per i soldi spesi; perché è il Governo che, diciamo, ha posticipato la la spesa di alcune miliardi. Si pensava che quest'anno spendessimo quasi 30 miliardi, invece ne arriveremo a 15, ed è stata, invece, aumentata la spesa sul 2026. Ma, come si può effettivamente cambiare il PNRR, con questo chiudo, sono quattro le ipotesi: eliminando progetti e gli investimenti programmati, perché non ce la facciamo con i soldi, ma vorrebbe dire perdere soldi e progetti, o richiedendo più fondi europei ma questo per adesso non è previsto, sostituire progetti previsti con altri, però vorrebbe dire, togliere a qualche territorio e darne ad altri, o richiedere, come ha fatto il Portogallo, di posticipare gli obiettivi, ma questa è anche un'altra battaglia tutta da vincere per il Governo Meloni.























