"Sono i fondi europei anticrisi, il recovery fund, il paracadute e il motore dell'Italia. Per reggere l'enorme debito pubblico aumentato con la pandemia bisogna puntare sulla crescita e sugli investimenti". Il messaggio di Mario Draghi all'inaugurazione dell'anno giudiziario alla Corte dei Conti è chiaro: ai livelli attuali non sono i tassi di interesse sui titoli di stato che determinano la sostenibilità del bilancio, ma i denari comunitari di cui l'Italia è il maggior beneficiario. Un'opportunità unica e una straordinaria prova di fiducia. "Fiducia perché i paesi europei per la prima volta", ha sottolineato il premier "si sono tassati per dare sussidi che finiranno per favorire gli stati più fragili come il nostro, anche perché servirà la massima fiducia tra le istituzioni". Alla Magistratura contabile, guardiano dei conti, Draghi, quindi, chiede controlli rigorosi, ma rapidi e di scongiurare la fuga della firma, cioè lo scarico di responsabilità tra funzionari e dipendenti pubblici che paralizzerebbe le procedure e quindi l'utilizzo delle risorse. Un rischio che ha ben in mente il Presidente della Corte dei Conti Guido Carlino, che però denuncia: - L'azione di contrasto ai fenomeni di dispersione delle risorse pubbliche si confronta, tuttavia, con un sistema normativo costituito da disposizioni stratificate nel tempo e cno la complessità delle procedure amministrative che spesso determina aggravi per il cittadino e deficit di - trasparenza. - Opacità che potrebbero essere sfruttate anche per commettere frodi e illeciti. Per questo, sugli oltre 200 miliardi di euro dovrà vigilare la procura generale contabile. Non un euro dovrà essere sprecato. Non un euro dovrà finire nelle tasche dei profittatori, dei disonesti, dei criminali.