Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili è un Ministero chiave nell'esecuzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, anzi è il primo Ministero per investimenti. Ci sono da spendere infatti quasi 62 miliardi, circa 41 derivano dai fondi europei del Next Generation You, altri 21 sono fondi nazionali che sono finanziati, ad esempio come il fondo complementare, ma anche ulteriori risorse finanziate in deficit con lo scostamento di bilancio. Grande attenzione è riservata al Sud. Infatti per cercare di colmare i divari infrastrutturali tra le regioni del Mezzogiorno e il resto del Paese ben il 56% del totale delle risorse, sono circa 34 miliardi, sono destinati ad interventi al Sud. Un solo esempio: per la Salerno-Reggio Calabria alta velocità 11,2 miliardi. Ma quali sono le principali aree di intervento? Non solo lo sviluppo dell'alta velocità e dell'alta capacità a cui vanno 25 miliardi, ma il potenziamento delle reti regionali con 5 miliardi e mezzo e poi una grande operazione sul trasporto pubblico locale e sulla mobilità delle grandi aree urbane con 8,4 miliardi. Ad esempio c'è l'obiettivo di rendere completamente elettrici i trasporti pubblici di città come Milano, Roma e Napoli. E poi 3,8 miliardi per l'ammodernamento delle reti portuali. Tutto questo per viaggiare meglio, per viaggiare più sicuri, più rapidi, ma anche per inquinare di meno. E allora, se noi guardiamo questo numero, capiamo anche perché ora Il Ministero si chiama Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Perché l'obiettivo tra cura del ferro e acquisto di nuovi mezzi che inquinano di meno o non inquinano come quelli elettrici, ad esempio a idrogeno o a metano, il risparmio è 2,3 milioni di tonnellate l'anno di emissioni di anidride carbonica. Del resto se noi guardiamo alla situazione attuale di lavoro ce n'è da fare e ce n'è da fare parecchio, perchè l'Italia è in testa tra i principali Paesi europei per numero di vetture ogni 1000 abitanti. Al contrario siamo ultimi, fanalino di coda, per estensione della rete ferroviaria in rapporto alla popolazione: ne abbiamo solo 28 km ogni 100.000 abitanti, lontanissimi dal livello della Germania che ne ha ben 47.