Recovery Fund, rischi su spese effettive e ritardo cantieri

25 nov 2022
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Sul piano nazionale di ripresa e resilienza la parte più difficile sta per iniziare. Fatte le prime riforme che hanno permesso di ricevere due tranche di finanziamenti ora si deve entrare nel concreto, dato che le opere dovrebbero essere concluse, rendicontate e inaugurate entro 2026. Ma come ha detto il Vicepremier e Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, siamo a fine 2022, la maggioranza dei cantieri non è neanche partita. I ritardi iniziano già dal capitolo delle spese secondo la nota di aggiornamento al Def di settembre, a fine anno il livello viene quantificato in 21 miliardi, a fronte dei 33 previsti nel documento di Economia e Finanza di aprile. Ma a preoccupare sullo sforamento dei tempi è quasi il 20% dello stanziamento complessivo da 220 miliardi. Sarebbero così ad alto rischio di poter essere realizzati entro i termini secondo i primi monitoraggi in arrivo dai ministeri, almeno 40 miliardi di euro di investimenti ma questa è solo una delle difficoltà da affrontare. Inflazione, energia alle stelle, guerra in Ucraina hanno cambiato il contesto economico del piano. I costruttori edili dell'Ance quantificano in un + 35% i maggiori costi per le imprese, e nella manovra contro il caro materiali è previsto un incremento del 10% dei fondi assegnati agli enti locali. Oltre al fattore prezzi, che si ripercuote sui bandi di gara, molti dei quali non più allineati, c'è però anche quello della burocrazia. Servono norme certe, semplici e stabili", ha ribadito il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni annunciando con la revisione del codice degli appalti, uno dei prossimi obiettivi del Governo. Ma nel pacchetto per semplificare la giungla di norme potrebbe entrare anche la modifica del reato di abuso d'ufficio, criticato dagli Amministratori locali, per la sua eccessiva discrezionalità nell'applicazione. E' visto come prima causa di quella paura della firma che per il timore di essere indagati finisce per bloccare delibere e appalti. Insomma l'interlocuzione con Bruxelles sulla possibilità di apportare correzioni al piano è in corso, "Dobbiamo verificare con l'Unione Europea, ha rilanciato il Premier, le misure più idonee ad aggiornare il PNRR".

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