Medici e infermieri si fermano per 24 ore e scendono in piazza. Inevitabili le ricadute sui servizi e le prestazioni. Restano garantiti i servizi di emergenza e di pronto soccorso. Ma.. "C'è tanta gente che è rimasta a piedi in questi anni attraverso il taglio di 38.500 posti letto negli ultimi 10 anni, attraverso il taglio di 79 milioni di prestazioni ambulatoriali, attraverso il blocco al tetto di spesa da 20 anni. Quindi meno personale, meno strutture e meno offerta sanitaria". Protesta che non nasce dunque in maniera estemporanea ma trova le sue ragioni in anni di politica miope, di destra e di sinistra, dicono i sindacati del settore, mancanza di personale e di finanziamenti, il tradimento degli impegni con la nuova legge di bilancio, i principali temi della protesta. L'aumento di 1 miliardi e 300 milioni del fabbisogno sanitario nazionale per il 2025 è molto distante, sostengono i rappresentanti sindacali, dai 3,7 miliardi annunciati e non è possibile migliorare l'offerta ai cittadini senza rilanciare l'offerta sanitaria. "Occorrono scelte coraggiose. Questa finanziaria non è coraggiosa. Riforme, risorse, sicurezza, formazione sono le parole d'ordine per salvare il sistema sanitario nazionale". Riformare dunque in modo strutturale e organico il servizio sanitario nazionale senza però toccare i principi su cui è fondato: universalismo, eguaglianza ed equità. "Vorremmo parlare con il presidente del consiglio perché si faccia carico in prima persona della crisi che vive il sistema di cure pubbliche. Deve investire più soldi, devono essere divisi meglio, dobbiamo trattare in maniera dignitosa gli operatori della sanità che reggono il sistema di cure attuali che altrimenti esploderebbe".