"Trovare un taxi a Roma è davvero difficile" scriveva un anno fa il New York Times e oggi la caccia all'auto bianca non sembra essere migliorata. Un pessimo biglietto da visita per i turisti con code e lunghe attese anche per chi va di fretta perché viaggia per lavoro e per chi è anziano e fragile e non può prendere l'autobus. "Un danno economico per tutta l'Italia soprattutto nelle città più grandi con una ingiustificata restrizione alla concorrenza", ripete da anni l'antitrust secondo la quale a Roma, Milano e Napoli servirebbero più taxi anche oltre quel 20% in più autorizzato dal Governo a ottobre, quando però ha messo molti paletti alla riforma del settore per venire incontro alle lamentele dei tassisti. Qualcosa comunque si muove, nella Capitale con il Giubileo alle porte la scorsa settimana è stato deciso dopo vent'anni di mettere a bando 1000 nuove licenze. A Milano si punta a 900 taxi aggiuntivi entro fine anno con la metà dei permessi già in vendita. A Napoli l'amministrazione sostiene che non sia necessario incrementare i numeri forse anche perché si temono le proteste della categoria a cui è destinato l'80% di quanto incassato dal Comune per ogni nuova, costosa, concessione da ripartire in un fondo come una sorta di indennizzo. Insomma la materia resta incandescente nonostante il recente varo di decreti e nuova benzina promette di mettere la sentenza della Corte Costituzionale di pochi giorni fa. "Frena lo sviluppo economico ed è illegittima", hanno scritto i Giudici, vietare nuove autorizzazioni NCC cioè il noleggio con conducente le cosiddette auto nere che a differenza dei taxi non possono attendere il cliente per strada, ma arrivare solo su chiamata. Per Comuni e Regioni si apre la possibilità di estendere questo tipo di licenze, uno spettro per chi guida un auto bianca che farà sicuramente sentire la sua voce a Palazzo Chigi.