Ripartono subito i cantieri, ma solo quelli pubblici e alcune attività collegata all'export. Il grosso dell'industria è rimasta ferma per evitare il propagarsi dell'epidemia, riaccenderà i motori il 4 maggio. Tra una settimana, quindi, riprenderà l'attività nelle fabbriche del settore auto, del tessile, la produzione di mobili, la moda e l’edilizia privata. Questo tipo di imprese possono già riapre i battenti per predisporre una serie di misure necessarie a garantire la salute dei lavoratori. Precauzioni che vanno dai turni alla misurazione della temperatura prima di entrare in azienda, passando per gli accessi scaglionati a mensa e spogliatoi per evitare assembramenti e garantire la distanza di sicurezza. E ancora, spostamenti all'interno degli uffici col contagocce, pulizia giornaliere e sanificazione delle aree comuni, postazioni distanziati in ufficio, forti limiti alle trasferte, ricorso allo smart working. Chi non rispetterà tutte queste misure, va incontro a sanzioni che arrivano fino alla sospensione temporanea dell'impresa. Inoltre le Regioni dovranno monitorare l'andamento delle infezioni in modo da poter decidere se andare avanti. Insomma, una ripartenza graduale che riporterà al lavoro 7 milioni di persone. Molti negozi, però, rimarranno con le saracinesche abbassate, la ripartenza è fissata il 18 maggio. Il 1° giugno toccherà a parrucchieri ed estetisti, così come per bar e ristoranti. Ancora sospese le fiere e le manifestazioni sportive. Chiusi cinema, teatri e discoteche. Lontano quindi il ritorno alla normalità, ma le riaperture contribuiranno a sostenere un'economia che alla fine di quest'anno, secondo le stime del Governo, avrà fatto segnare la peggiore recessione dalla fine della seconda guerra mondiale.