30 anni fa in Sudafrica prime elezioni libere dopo apartheid

27 apr 2024
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L'attesa era soprattutto per il discorso di Cyril Ramaphosa, non tanto per l'anniversario delle prime elezioni libere della storia del Sudafrica e certamente non perché venga considerato l'erede di Nelson Mandela, benché sia dell’ANC, lo stesso partito del primo Presidente nero, il più amato, l'uomo simbolo del nuovo Sudafrica. Ma perché l'elettorato voleva capire come e con chi, o se, si dovrà alleare l’African National Congress che, per la prima volta in 30 anni, non supererà il 50% dei consensi. "Viviamo in un'incertezza simile a 30 anni fa", ha detto il Presidente, che cerca la riconferma alle prossime consultazioni del 29 maggio. Il "Paese Arcobaleno" che celebra le prime elezioni libere svoltesi il 27 aprile del 1994, sembra non credere più alle promesse dell'epoca, e guarda con preoccupazione all'oggi: alla più alta disoccupazione del mondo, alle persistenti disparità sociali, a una corruzione endemica nella classe politica. Eppure, non si può neanche dimenticare che quel giorno fu una vittoria, un giorno memorabile che segnò la chiusura di una delle pagine più vergognose della storia recente: l'apartheid. E a incarnare quel sogno fu proprio Madiba ovvero Nelson Rolihlahla Mandela: attivista, avvocato per i diritti civili, politico, prigioniero per 27 anni nelle mani del regime segregazionista del Sudafrica. Fu con il suo esempio che riuscì a guidare una delle transizioni più complesse: traghettare un regime ferocemente repressivo e razzista verso una democrazia inclusiva. Nonostante i 27 anni di prigionia, nonostante il processo ingiusto nei suoi confronti, le gravi violazioni dei suoi diritti civili e umani non cercò mai la vendetta, ma solo il dialogo con i bianchi, gli oppressori. E, una volta alla guida del Paese, percorso ostinatamente la via della riconciliazione. Solo lui che aveva pagato un pegno così pesante aveva possibilità di essere seguito, come si dice infatti il Paese. Certo, non tutto è andato come si sperava: lo stesso Madiba ammise i suoi errori, come per esempio il mancato contrasto all’AIDS. La sua eredità però non si può cancellare. Semmai, a 30 anni di distanza, bisogna ricordare ciò che, durante la prigionia, non gli fece mai perdere la speranza. I versi di Invictus che recitano: Non importa quanto stretto sia il passaggio, Quanto piena di castighi la vita. Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima.

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