Una lettera intensa a tratti commovente di un Papa Emerito 94enne che si trova a fronteggiare nella parte finale della vita infamanti accuse di aver coperto abusi pedofili quando era Arcivescovo di Monaco. Lui che della lotta alla pedofilia ha fatto una bandiera del suo pontificato. Una lettera che prelude, lo scrive lui stesso, a una difesa più ampia in cui risponderà alle ben 2.000 pagine che lo hanno investito nel rapporto della commissione d'inchiesta sugli abusi in Germania. Il testo è letto dal suo segretario particolare Monsignor Georg e Ratzinger ripete, lo aveva già ammesso, di aver fatto una svista parlando della sua non partecipazione a un incontro di oltre 40 anni fa in cui si parlava di un sacerdote, ma in cui non venivano prese decisioni e con energia afferma: non sono un bugiardo. "Mi ha profondamente colpito che la svista sia stata utilizzata per dubitare della mia veridicità e addirittura per presentarmi come bugiardo". Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita, scrive Benedetto XVI, e anche se nel guardare indietro alla mia lunga esistenza possa aver tanto motivo di spavento e paura sono comunque con l'animo lieto in vista dell'ora del giudizio e mi diviene più chiara la grazia dell'essere Cristiano. E allegata alla lettera ci sono le analisi di esperti di diritto canonico e altre discipline che spiegano che Ratzinger non era a conoscenza né del fatto che quel sacerdote fosse un abusatore, né fosse a conoscenza di altri casi di abuso. La perizia della commissione d'inchiesta scrivono, non fornisce alcuna prova in senso contrario. "Ho avuto grandi responsabilità della Chiesa Cattolica, tanto più grande è il mio dolore per gli abusi e gli errori che si sono verificati durante il tempo del mio mandato nei rispettivi luoghi. Ogni singolo caso di abuso sessuale è terribile e irreparabile. Alle vittime degli abusi sessuali va la mia profonda compassione e mi rammarico per ogni singolo caso".