La decisione è stata comunicata poco dopo l’inizio dell’attacco terroristico, durato dieci ore, che ha lasciato almeno sei persone senza vita e ventiquattro ferite a Jalalabad. La ONG Save the Children ha deciso di chiudere temporaneamente tutti i suoi uffici in Afghanistan e di sospendere le operazioni sul terreno. L’attacco è cominciato alle 9.10 ora locale, le 5.40 in Italia, quando un kamikaze a bordo di una vettura imbottita di esplosivo si è fatto saltare in aria all’entrata dell’edificio, dove a sede anche la ONG. Poi, nel compound è entrato un folto commando di terroristi, che ha cominciato a sparare. La tv statale Ariana News, che cita il portavoce del governo della provincia orientale di Nangarhar, ha fatto sapere che sarebbero morti anche cinque militanti. La rivendicazione da parte del sedicente Stato islamico è stata pubblicata dall’organo di propaganda Amaq. Nel comunicato si legge che tre martiri hanno partecipato all’attacco contro le fondazioni britanniche e svedesi e le istituzioni governative afghane. Il riferimento è allo Swedish Committee per gli affari umanitari e al Ministero afghano delle donne, situate nei pressi della ONG, e quindi si presume veri obiettivi dell’attacco. “Operiamo da più di quarant’anni in Afghanistan, uno dei paesi peggiori dove essere bambini, a causa della povertà, della violenza, dei rischi legati alla salute e del difficile accesso all’educazione”, si legge sul profilo Twitter dell’organizzazione Save the Children, che assicura anche che le attività nel paese saranno riprese appena sarà assicurata la possibilità di operare in maniera sicura.