Afghanistan, rischio guerra civile: il reportage. VIDEO

27 ago 2021
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"Ti dico la stessa cosa che ho detto all'ex Ministro dell'Interno. Ho detto: ho due figli, se mi dai 20.000 afghani e pago un affitto di 15.000 e dopo una settimana i miei figli hanno fame, come padre sarei capace di fare qualsiasi cosa per dargli da mangiare: rubare, chiedere tangenti o altre forme di illegalità. Il nostro compito dovrebbe essere garantire che i poliziotti non arrivino mai a quel punto". Il colonnello Kawusi Naweed fino a due settimane fa era un Alto Funzionario di polizia di Kabul. Il suo compito era organizzare il lavoro delle Forze di Polizia e supportare le famiglie dei caduti. "Prima che formassi questo ufficio ci limitavamo a dare un aiuto per i funerali. Poi mi sono detto: dobbiamo aiutare le famiglie dei caduti, ma anche di quelli in attività. Abbiamo 150.000 poliziotti in tutto l'Afghanistan che sono scontenti del loro lavoro e dunque corruttibili. Noi dobbiamo combattere la corruzione, dare ai poliziotti ciò di cui hanno bisogno per una vita dignitosa". Negli ultimi vent'anni gli Stati Uniti hanno speso più di 83 miliardi di dollari per l'addestramento e l'equipaggiamento dell'Esercito nazionale, della Polizia, dell'Aeronautica e delle Forze Speciali afghane, eppure sotto l'avanzata dei talebani l'Esercito afghano è crollato velocemente. Il Colonnello Nawasi metteva in evidenza le difficoltà di giovani sottopagati chiamati a combattere una guerra per cui si sono dimostrati impreparati. "La Polizia non è chiamata a combattere una guerra. Noi dovremmo garantire sicurezza, ma siamo stati mandati al fronte a supportare l'Esercito. Ora combattiamo in prima linea senza preparazione. Se osservate i numeri, il numero maggiore di feriti è nella Polizia. Eppure l'attenzione del Governo sulle Forze di Polizia non è sufficiente. Le persone si sono sentite abbandonate e trascurate". "Secondo te quella che vive oggi l'Afghanistan è una guerra per procura o una guerra civile?" "È una guerra per procura, non è una guerra civile. È una guerra per procura combattuta dagli afghani contro terroristi venuti dal Pakistan, da Paesi dell'Arabia, dalla Cecenia. E poi ci sono afghani che pensano che avere un Governo stabile sia un problema per i loro traffici illegali di droga e armi e per assicurarsi i profitti di questi traffici illegali si uniscono ai talebani". A combattere i talebani dall'inizio dell'offensiva un mosaico di milizie locali. Per mesi l'ex Governo di Ashraf Ghani è stato recalcitrante a chiedere aiuto ai signori della guerra, salvo poi arrendersi all'evidenza: l'Esercito, da solo, stava fallendo, doveva allearsi con le milizie. Come questa di Parwan, formata dall'ormai ex parlamentare Abdul Zaher Salangi. Gli Stati Uniti hanno fatto molti errori in questi anni: prima hanno arrestato i capi talebani, li hanno chiusi e torturati a Guantanamo e poi, vent'anni dopo, hanno legittimato i loro ex detenuti ai tavoli dei negoziati di Doha, escludendo un Governo. Hanno rimosso le sanzioni, garantendo loro di viaggiare, e questo ha ristabilito molti network per i talebani. La comunità internazionale ha fatto in modo che l'Afghanistan diventasse il rifugio dei combattenti talebani per ristabilire il loro Emirato. Come membro del Parlamento ho sentito la necessità di diventare anche un capo militare. Questa guerra ci è stata imposta da chi avrebbe dovuto aiutarci e ora spetta a noi stare sui monti a combatterla". Col ritiro delle Forze Internazionali le debolezze e l'incompetenza dei soldati afghani sono emerse velocemente. Oggi nel Paese resistono tuttavia delle sacche di resistenza, come in Panjshir. Il timore è però che questo conflitto riporti il Paese in una lunga, sanguinosa guerra civile che l'Afghanistan ha già vissuto. "L'Afghanistan ha già avuto esperienze di milizia in passato. È da queste milizie che sono nati i signori della guerra. Ora assistiamo di nuovo a varie forme di mobilitazione popolare. Il timore è che queste Forze diano nuova linfa a sistemi di corruzioni e rivalità che rischiano di isolare il Paese ancor di più. Il Paese è in mano da un lato ai talebani e da un lato ai capi militari delle milizie". Fahim Sadat è un analista politico, fino a metà agosto a capo del Dipartimento di Relazioni Internazionali della Kardan University. L'avevamo incontrato a Kabul due giorni prima che la città cadesse in mano ai talebani. Questa è insieme una guerra civile e una guerra per procura. Non dobbiamo dimenticare che quando gli americani sono venuti in Afghanistan nel 2001 conoscevano ben poco della geografia della popolazione e della complessità etnica del Paese e hanno commesso molti errori, che hanno creato ostilità. Molti giovani si sono uniti ai talebani solo a causa del risentimento verso americani, delle Forze di Coalizione e del Governo afghano dell'epoca. Una delle ragioni per cui molti sono tornati a unirsi ai talebani è il risentimento etnico, linguistico e personale che hanno sviluppato sotto l'occupazione statunitense".

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