I talebani hanno ucciso a Kabul il Capo dei Servizi di Comunicazione del Governo. Dawa Khan Menapal, che era stato anche tra i portavoce del Presidente Ashraf Ghani, si stava recando alla preghiera del venerdì. Si tratta dell'ultimo di una serie di attentati che hanno avuto come obiettivo funzionari di Stato. Amministratori provinciali di un Governo sostenuto dall'Occidente e obiettivo delle violenze del gruppo estremista che dalla fine di aprile, dall'inizio dell'ultima fase del ritiro delle truppe americane e internazionali dopo vent'anni di conflitto, sta riconquistando con velocità vaste porzioni di territorio. I portavoce talebani avevano minacciato attacchi contro dirigenti nazionali e locali se l'aviazione non avesse messo fine ai bombardamenti contro le postazioni del gruppo armato. I combattimenti continuano da mesi tra talebani e forze regolari afghane, nello spazio vuoto lasciato dal ritiro delle truppe internazionali. Il termine di quello americano è previsto per il 31 agosto. Soltanto nelle ultime ore i talebani hanno conquistato dieci distretti di una delle provincie settentrionali mentre l'ultimo campo di battaglia è al Sud: la città di Lashkar Gah, nella provincia di Helmand, area in cui operavano gli italiani. Si combatte anche a Kandahar, seconda città del Paese, antico Quartier Generale del Mullah Omar. C'è preoccupazione da parte delle Nazioni Unite per le già migliaia di civili sfollati a causa delle violenze. L'intera comunità internazionale guarda con apprensione a quanto accade in Afghanistan. I Paesi vicini non nascondono inquietudine. I dirigenti di Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan si sono incontrati nelle scorse ore per fare il punto della situazione, mentre gli eserciti russo e uzbeko, proprio lungo la frontiera afghana, hanno organizzato esercitazioni militari congiunte mobilitando 1.500 soldati.























