È una delle tante conseguenze della pandemia. Dopo essere praticamente sparite negli ultimi anni, rialzano la testa malattie infettive come il morbillo e la pertosse, proprio a causa della frenata delle vaccinazioni durante il periodo del Covid. Secondo un'analisi pubblicata su Eurosurveillance, rivista dello European Centre for Disease Prevention and Control, nei primi 3 mesi del 2024 in Italia sono stati registrati 213 casi di morbillo. Nella sola Milano, da settembre 2023 a marzo 2024, i casi di infezione sono stati 30, più di un terzo di tutti i casi registrati negli ultimi 4 anni. La gran parte di loro sono adulti e la loro infezione è correlata perlopiù a viaggi all'estero, in particolare in Indonesia, Malesia India e Thailandia. In 8 di questi 30 casi è stato necessario il ricovero. Allargando lo sguardo all'intera Unione Europea, le cose non vanno meglio. Tra marzo 2023 e febbraio 2024 sono stati registrati 5.770 casi di morbillo e almeno 5 decessi dovuti alla malattia infettiva. A questo si affianca un aumento di 10 volte dei casi di pertosse rispetto ai 2 anni precedenti. Una ripresa dei contagi dovuta anzitutto alla frenata di vaccinazioni. Negli ultimi 3 anni, si sottolinea in una dichiarazione congiunta della Commissione Europea, dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'Unicef, oltre 1,8 milioni di bambini nella regione Europea dell'OMS che comprende anche l'Asia centrale, non ha potuto vaccinarsi contro il morbillo. Malattia infettiva ha particolarmente pericolosa per chi ha meno di un anno e la cui trasmissione, sottolineano gli esperti, può essere interrotta solo garantendo un'immunità di gregge. Vale a dire con copertura vaccinale con 2 dosi di almeno il 95% della popolazione. A questo proposito, concludono i ricercatori, è necessario un rafforzamento della sorveglianza di febbre ed eruzioni cutanee e anche delle attività di vaccinazione di recupero.