Il Libano continua ad essere nella morsa del fuoco israeliano con le truppe dell'esercito dello stato ebraico che allargano il raggio di azione dal lato orientale del confine al versante occidentale, in un'operazione di terra, a detta della IDF, limitata, localizzata e mirata, volta a stanare i miliziani di Hezbollah così come i depositi di armi dell'ala militare del partito di dio. Un'organizzazione, quella sciita libanese, alleata dell'Iran che nonostante i duri colpi subiti nelle ultime settimane, all'interno della propria catena di comando, continua a lanciare missili su Israele. Nelle ultime ore gli uomini armati di Hezbollah hanno sparato, in soli 8 minuti, 90 razzi dal sud del Libano verso l'altra Galilea. Molti sono stati intercettati dai sistemi di difesa israeliane, altri hanno colpito alcune aree del nord Israele, diversi danni nessun ferito, ma altri missili hanno raggiunto anche il villaggio di confine di Kiryat Shmona, causando la morte di 2 israeliani un uomo e una donna sulla quarantina. Mentre il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ordina altri strike sulla periferia sud di Beirut, nota per essere una delle roccaforti di Hezbollah, Israele prepara il suo piano di rappresaglia per l'attacco iraniano del primo ottobre, un piano al centro della telefonata di ben 50 minuti tra i leader del Likud e il presidente americano Joe Biden che prova a contenere la risposta israeliana per evitare un'ulteriore ritorsione da parte del regime di Teheran, perché un errore di calcolo potrebbe esacerbare ulteriormente le tensioni nella regione mediorientale.