L'agenzia di stampa iraniana affida ad un editoriale il pensiero della Repubblica Islamica sull'assalto a Salman Rushdie. Editoriale sintetizzabili nell'augurio che lo scrittore britannico, di origini indiane, tiri presto le cuoia. La fatwa di Khomeini contro Rushdie e il suo scritto Versetti Satanici, che gli Ayatollah bollano come blasfemo, ha dunque superato indenne i 34 anni dal suo pronunciamento, fino a quando cioè un 24enne del New Jersey, Hadi Matar, di origini mediorientali, sostenitore dei Pasdaran, lo ha aggredito con un coltello durante un convegno, trovando grande sostegno da parte dei media iraniani che ora lo esaltano, definendolo uomo coraggioso e consapevole del dovere di attaccare l'apostata e vizioso. Il resto della comunità internazionale, invece, è inorridito dalla barbarie insensata con cui il romanziere è stato attaccato. Gli Stati Uniti ed il mondo hanno assistito ad un attacco orribile contro lo scrittore Salman Rushdie. Questo atto di violenza è spaventoso, afferma il consigliere per la Sicurezza Nazionale americana, Jake Sullivan, aggiungendo che la Casa Bianca prega per la sua pronta guarigione. Le notizie, però, non sono buone, lo scrittore perderà probabilmente un occhio, i nervi di un braccio sono stati recisi, il fegato è danneggiato. Gli inquirenti credono che l'attentatore abbia agito da solo e le sue motivazioni, fanno trapelare, potrebbero essere entrambe verificabili, perché Salman Rushdie rappresentava il bersaglio perfetto, non solo per l'estremista che obbedisce alla fatwa, ma anche per chi vuole semplicemente diventare famoso, colpendo una celebrità.