Un furgone a tutta velocità. Tavoli e sedie rovesciate. Sangue e morti. Si pensa subito ad un attentato. In pochi istanti Münster, cittadina universitaria a nord della Germania, piomba nel terrore. Poco dopo si scopre che l’autista del furgone piombato sui clienti di questo bar non è un terrorista, bensì un cittadino tedesco di 48 anni con problemi psichici che, poco dopo il gesto, si è suicidato. Due le vittime e decine i feriti. La polizia tedesca sta indagando sui presunti legami dell’uomo con ambienti di estrema destra. Le forze speciali hanno perquisito la sua abitazione per cercare elementi utili alle indagini ed escludere con certezza la pista dell’attentato di matrice terroristica. Restano le drammatiche immagini e testimonianze di un tiepido e tranquillo pomeriggio di primavera segnato dall’incubo di un nuovo attacco. Le modalità sono le stesse utilizzate dai terroristi, da Stoccolma a Londra, passando per Nizza, Berlino e Barcellona. Un furgone, la folla, i morti.