Arresti a tappeto tra gli uomini del partito d’opposizione filo-curdo HDP in Turchia dopo l’attentato di sabato sera vicino allo stadio del Beşiktaş, nel cuore di Istanbul, dove si era giocata la partita tra la squadra di casa e il Bursaspor. Quasi 200 persone sono già state fermate nella vasta operazione antiterrorismo condotta in diverse città della Turchia. Tra gli arrestati, tutti con l’accusa di avere legami con il PKK, ci sono responsabili provinciali, sindaci e altri membri dell’HDP. 20 gli arresti ad Istanbul, 18 nella capitale Ankara, 36 a Gaziantep, 5 a Manisa e oltre 90 a Mersin. Nei mesi scorsi erano già stati arrestati altri rappresentanti del partito, come il sindaco di Diyarbakir e, soprattutto, i copresidenti della HDP, Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, che sono in carcere dallo scorso 4 novembre. Cresce, intanto, il numero delle vittime dell’attentato di sabato. Sono ormai più di 40, ma tra i 150 feriti alcuni sono in gravi condizioni e il bilancio potrebbe ulteriormente aggravarsi. Nel frattempo, ieri, l’aviazione turca ha condotto una serie di raid sulle postazioni del PKK nel nord dell’Iraq, colpendo, secondo fonti militari, anche un centro di comando e un deposito di armi. Oggi i jet turchi hanno, invece, bombardato obiettivi dell’Isis in Siria dove, sempre secondo l’esercito di Ankara, hanno colpito oltre 130 obiettivi. I raid sul nord dell’Iraq sono arrivati a poche ore di distanza dalla rivendicazione dei Falchi per la libertà del Kurdistan, il TAK, gruppo armato scissionista nato da una costola del PKK, che ieri si è assunto la responsabilità dell’attacco di sabato.