Gli imputati hanno parlato al sesto giorno del processo più atteso in Francia, quello per gli attentati che il 13 novembre del 2015 hanno ucciso 137 persone. Sui 14 uomini presenti in aula e i 6 assenti, Salah Abdeslam è il principale imputato, l'unico uomo ancora in vita del commando legato allo Stato Islamico che ha portato a termine la strage terroristica più sanguinosa della storia moderna francese. Sono sue le parole che maggiormente hanno scioccato la parte civile, l'accusa presente in aula. Abbiamo combattuto la Francia, avevamo come obiettivo la popolazione, i civili, ma non abbiamo nulla di personale contro di loro, è l'incredibile giustificazione presentata dall'imputato Abdeslam, che non ha finora mai dato segno di pentimento per il massacro commesso e rivendicato. L'uomo ha continuato così la sua deposizione con un'accusa: quando Francois Holland, che era il Presidente francese all'epoca degli attentati, ha deciso di attaccare lo Stato Islamico, gruppo che ha rivendicato la strage, sapeva che la sua decisione avrebbe comportato dei rischi, ha detto. È un riferimento alla campagna internazionale con sostegno francese contro il movimento terroristico iniziata nel 2014 in Iraq e Siria. Mohamed Abrini, l'uomo con il cappello, comparso il 22 marzo 2016 nelle telecamere di sorveglianza di Bruxelles, la figura che abbandona l'esplosivo all'aeroporto della città belga prima di fuggire, è accusato di aver partecipato anche agli attentati di Parigi. Lo ha ammesso aggiungendo però di non essere la mente di quelle stragi. A tutti gli imputati e a Salah Abdeslam, che secondo la stampa francese ha cercato fin dall'inizio d'interrompe le udienze, è stata data la parola dopo la richiesta della Difesa. Le loro deposizioni infatti erano previste soltanto a novembre. La Corte d'Assise speciale inizierà nelle prossime ore l'esame delle dinamiche degli attacchi con l'utilizzo di video, foto e audio di quel terribile 13 novembre a Parigi.