Non fu una rivolta ma un massacro anzi il più grave massacro razziale della storia americana, una delle pagine più buie e misconosciute degli Stati Uniti avvenne 100 anni fa a Tulsa Oklahoma dove un gruppo di suprematisti bianchi, spalleggiati dalle autorità cittadine, uccise e bruciò case e migliaia di negozi fino a radere al suolo con ordigni incendiari lanciati da aerei privati l'intero sobborgo nero di Greenwood. Motivo? L'odio nei confronti di una comunità di ex schiavi che lavorando sodo era riuscita non solo a vivere dignitosamente ma in alcuni casi anche a diventare più che benestante. Joe Biden è il primo presidente ad andare in quel poco che resta di un posto una volta chiamato la Wall Street dei neri, per riconoscere quella ferita mai guarita, ricorda che nessuno fu arrestato nessuna assicurazione risarcì mai i piccoli imprenditori, che tuttora non si conosce il numero dei morti probabilmente almeno 300 e fa un discorso da padre pacificatore di una nazione che ancora non ha superato la questione razziale. Contesta la logica dell'economia a somma zero, se sei ricco tu allora sono povero io che portò i bianchi di Tulsa a sterminare i facoltosi neri e guardando ad oggi constata che l'odio non va via, semplicemente si nasconde e infatti ricorda che l'intelligence definisce il suprematismo bianco il rischio maggiore per l'America. Pensa a George Floyd il presidente ma anche alle leggi approvate recentemente in Georgia, Florida e Arizona che di fatto limitano la possibilità di voto delle minoranze, provvedimenti simili potrebbero presto passare anche in Texas dove secondo Biden il diritto di voto è sotto attacco come non mai anche se i repubblicani dicono che quelle norme servono in realtà a garantire l'integrità delle elezioni. Ripone grandi speranze nel futuro perché dice i giovani sono più aperti e con meno pregiudizi, intanto però fa quello che può per ridurre il divario di ricchezza tra bianchi e neri, per ogni dollaro detenuto da una famiglia bianca una afroamericana ha appena 13 centesimi. Promette quindi di incrementare i contratti governativi per le piccole attività svantaggiate detenute dalle minoranze, fondi per riqualificare le loro comunità e aiuti contro la sperequazione nel mercato immobiliare.