Quando qualcuno ottiene la cittadinanza americana, riceve dalla Casa Bianca una lettera di congratulazioni per essere entrato in una grande Nazione di immigrati. Firmato Joe Biden, Presidente degli Stati Uniti. Sembra un rovesciamento della chiusura della precedente Amministrazione, che con Trump costruiva muri al confine, ma le cose non stanno proprio così. Da quando a maggio sono scadute le restrizioni agli ingressi imposte per la pandemia, l'Amministrazione democratica ha cominciato a rispedire indietro i migranti a ritmi mai visti. 85mila persone rimpatriate contro le 50mila dell'ultimo anno, secondo i dati della Homeland Security: un aumento del 65%. Ancora più significativo se si considera anche l'anno precedente, quando i rimpatri furono appena 33mila. Se è vero che i tentativi di ingresso illegale sono calati del 42%, e che i timori di avere un male di disperati alle porte non si sono materializzati, è solo perché le autorità federali hanno iniziato a classificare come legali tutti quelli che facevano richiesta sulla App della polizia di frontiera. La maggior parte di loro ottiene l'appuntamento di valutazione della propria richiesta di asilo entro 8 settimane, dicono le autorità. E anche se invece passano molti mesi, nel frattempo risulta legalmente negli Stati Uniti. Se poi, dopo, viene espulsa, è tutta un'altra statistica.