Brexit, Juncker: possiamo raggiungere un accordo

20 set 2019
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È una strana coppia, divisa dalla Manica, ma unita nel messaggio "Ce la possiamo fare, non tutto è perduto". E se la positività di Boris Johnson può essere vista come il messaggio di un politico comunque in campagna elettorale, "Stiamo facendo progressi" le sue parole, Jean-Claude Juncker lancia il suo messaggio con l'aplomb di giocatore di poker. "Un 'no-deal' avrebbe conseguenze catastrofiche, ma io credo che possiamo raggiungere un accordo", dice il Presidente della Commissione europea e di quell'accordo sulla Brexit delinea anche i tratti fondamentali, un nord Irlanda che rimanga sotto le leggi commerciali europee. Tradotto, un nord Irlanda che rimanga di fatto nell'Unione doganale europea. La prima versione del backstop, insomma, quella rifiutata da Theresa May, ormai due anni fa, perché avrebbe messo un confine nel mar d'Irlanda separando l'Ulster dalla gran Bretagna e alienandole così i voti degli yuppie, vitali per il suo Governo. Qualcosa di molto simile, in effetti, è quello su cui starebbe lavorando esecutivo di Johnson. Non si chiama più backstop, ovviamente, ma una Holy Land area. Ne discutono Londra e Bruxelles, per la prima volta Downing Streat ha inviato bozze di documenti tecnici e classificati. Nei prossimi giorni ci saranno incontri tecnici e politici. Passi avanti in un quadro di rinnovato attivismo da parte dell'esecutivo di sua Maestà, che però rigetta l'ultimatum avanzato dalla Presidenza finlandese il 30 settembre, è la scadenza ufficiale. Mentre la portavoce di Juncker riassume "Ogni giorno conta per preparare un modo appropriato il Consiglio europeo di ottobre" che lei definisce "pietra miliare". Intanto il Paese aspetta di conoscere le decisioni della Corte Suprema. È stato legale o meno, da parte di Johnson, sospendete per cinque settimane il Parlamento? Terminate le audizioni la sentenza arriverà la prossima settimana. In ogni caso con Westminster  alla fine Johnson  dovrà fare i conti con o senza accordo.

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