39 anni, maestra elementare originaria di Monza, Ilaria Salis è un'attivista militante antifascista che da 13 mesi è rinchiusa in un carcere di massima sicurezza a Budapest. Le accuse che le sono state rivolte dalla magistratura magiara sono quelle di aver aggredito tre militanti di estrema destra nel febbraio del 2023, nel giorno dell'Onore raduno di movimenti neonazisti che si tiene ogni anno in Ungheria. Le sono state contestate anche alcune aggravanti: quelle di lesioni pericolose per la vita e di aver agito come parte di un'associazione a delinquere. Per l'accusa, ci sarebbe questo breve filmato, ripreso dalle telecamere di sicurezza, che proverebbe il coinvolgimento di Ilaria in un gruppo di persone tutte a volto coperto che colpisce alcuni attivisti di estrema destra con dei manganelli. Accuse respinte sia dal padre sia da legali di Ilaria perché il video nulla proverebbe contro la loro assistita. Il caso è esploso a fine gennaio quando è iniziato il processo e l'insegnante trentanovenne è apparsa in udienza incatenata con le cavigliere piedi e con le mani legate. Una cittadina italiana trascinata così in una aula di tribunale ha destato indignazione e scosso l'opinione pubblica. Le istituzioni italiane si sono mosse per chiedere al governo ungherese che all'attivista vengano assicurati un giusto processo e garantiti i suoi diritti.