Uno stop immediato ai combattimenti per risparmiare la popolazione civile da una prossima inevitabile crisi umanitaria. Questo è il contenuto del colloquio telefonico tra il neo Segretario di Stato americano, Marco Rubio e il Presidente del Ruanda Paul Kagame. Sulla situazione in Congo, il Capo della diplomazia a stelle e strisce ha sottolineato la necessità di affrontare una volta per tutte l'ultra crisi che affligge la regione del Kivu, nell'Est del Paese africano. Una Regione ricchissima di risorse, contesa dal confinante Ruanda che sostiene Milizie M23, il cui nome nasce dall'accordo, tra i ribelli Tutsi e il governo di Kinshasa, siglato appunto il 23 marzo del 2009 e i ribelli hanno sferrato l'attacco alla principale città, dell'area Goma, che ora è stata pressoché tutta conquistata. In città, riferiscono comunque i testimoni sul posto si continua a combattere, nonostante diversi raccontino invece i lealisti in ritirata rovinosa che abbandonano armi divise per mettersi in fuga. Intanto le Nazioni Unite, insieme alla Croce Rossa, hanno lanciato l'allarme per la popolazione civile e gli ospedali sono al collasso. A Goma, dove sono stati segnalati almeno 100 morti e più di 1000 feriti, le scorte per nutrire il milione circa di sfollati che si è riversato nella città raddoppiandone la popolazione sono agli sgoccioli. All'allarme generale si sono aggiunte le parole del Papa che ha chiesto la cessazione del conflitto, mentre giunge anche la denuncia dell'OMS di stupri sistematici avvenuti nella zona di confine col Ruanda, Ruanda, sotto i riflettori per il suo ruolo di sostenitore delle milizie che hanno sferrato l'attacco a Goma, ma che per ora non ha confermato la presenza di sue truppe nel capoluogo del Kivu. Attacchi che sono comunque condannati anche dell'Unione Africana che ha definito atroci. Intanto la violenza deflagra anche nella capitale Kinshasa, con assalti alle ambasciate ritenute amiche del Ruanda. .