Dopo ore di attesa è uscita la bozza di accordo della Coop 28 di Dubai. È la proposta della Presidenza di Sultan Al Jaber per chiudere la conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Un testo che serve per testare gli umori e le reazioni e che potrà essere approvato solo per consenso. Il primo elemento che salta all'occhio è la mancanza dell'espressione face out, cioè eliminazione affiancato alle fonti fossili. Insomma non si cita esplicitamente l'eliminazione di gas, carbone e petrolio. Si parli invece di ridurre sia il consumo che la produzione di combustibili fossili in una maniera giusta, ordinata ed equa in modo da raggiungere le emissioni nette zero prima o intorno alla metà del secolo d'accordo con la scienza. Manca però così un riferimento alla finestra temporale del 2030, indispensabile per raggiungere l'obiettivo del 2050. Altre parti del testo invece, mostrano una propensione agli obiettivi più ambiziosi e rafforzando l'obiettivo del grado e mezzo, un target per cui è inevitabile il face out, insomma la bozza sembra più un tentativo di trovare una formula politica sostanziale testando le reazioni delle parti. Reazioni che per il momento sembrano scontentare tutti, dalle piccole isole all'Unione Europea che parla di testo deludente. "La cosa più importante è cominciare a battere le emissioni, e questo è veramente l'unico risultato importante che noi abbiamo, noi dobbiamo fare in modo che gli impegni che sono stati presi nell'accordo di Parigi vengano mantenuti e in un certo senso quella è la misura del successo. Al di là del linguaggio, al di là dei vocaboli, al di là di quello che sarà messo nei comunicati, in un certo senso sapremo se il budino è buono solo dopo che l'abbiamo mangiato".