A poche ore di distanza dall'intervista rilasciata dal segretario di Stato americano Anthony Blinken, l'Oms corregge il tiro. A parlare il direttore dell'organizzazione che, criticando per la prima volta pubblicamente Pechino, per la condivisione insufficiente dei dati sul coronavirus, chiede adesso l'apertura di un'inchiesta sull'ipotesi di una fuga del virus da un laboratorio di Wuhan. Ipotesi che gli stessi esperti inviati Cina tra febbraio e marzo avevano invece considerato altamente improbabile sottolineando come, il virus, sarebbe stato trasmesso all'uomo, attraverso un animale non meglio identificato che sarebbe stato il veicolo di contagio tra i pipistrelli e gli esseri umani. Conclusioni che di fatto avevano scagionato la Cina dai sospetti alimentati prima dall'amministrazione Trump e poi dallo stesso Blinken che, alla Cnn, aveva parlato di una mancanza di trasparenza dei dati forniti da Pechino, il cui governo, secondo il segretario di Stato, apparentemente avrebbe aiutato l'Oms a scrivere il suo report trattandosi di indagine congiunta. Da qui la nuova posizione dei vertici dell'Oms secondo i quali, per approfondire l'origine e la diffusione del virus, occorrerebbero ulteriori indagini considerati i problemi nell'accesso ai dati. Certo è, aggiunge l'Oms, che il report è un inizio molto importante. Inizio appunto.