Un atto anzitutto dimostrativo per rimarcare la distanza dal regime di Assad e allo stesso tempo un segnale. Dopo aver confiscato grandi quantità di droga nei magazzini di alcune zone di Damasco nelle basi militari e nelle campagne, le nuove forze governative siriane le hanno date alle fiamme. Nel centro della capitale, oltre alla cannabis, sono state bruciate oltre un milione di pillole di captagon, una potente e stimolante simile all'anfetamina, la cui produzione durante i 14 anni di guerra civile era prospettata a tal punto da trasformare la Siria in uno dei più grandi esportatori al mondo. Si era finanziato anche così il regime di Assad esportando captagon. L'Arabia Saudita, ricca di petrolio, la destinazione principale. Su quelle pillole che per anni hanno garantito al governo di Assad, e ai suoi Signori della guerra, entrate industriali per miliardi di dollari, le nuove autorità siriane hanno versato carburante per ridurlo in polvere. "Abbiamo trovato un magazzino di captagon con circa un milione di pillole e cannabis, l'abbiamo distrutto immediatamente". Dice quest'uomo travisato con un passamontagna che si identifica come un membro delle forze di sicurezza. In diverse città del paese intanto, stando a quanto riportato da una ong e da alcuni testimoni, sono scoppiate manifestazioni di protesta della minoranza alawita dopo la diffusione sui social di un video che mostrava un attacco a un santuario della minoranza cui apparteneva l'ex presidente Assad. A confermarlo anche l'osservatorio siriano per i diritti umani. Mentre le nuove autorità parlano invece immagini vecchie. E mentre Ankara ribadisce il suo sostegno ai ribelli jahdisti annunciando che ancora per qualche tempo sarà consentito l'ingresso e l'uscita dal paese dei migranti, il nuovo Ministro degli Esteri siriano, Al-Shibani, invita l'Iran a non diffondere il caos in Siria ma a rispettare la volontà del popolo e la sovranità del paese, un paese dal quale sarebbe in corso in queste ore un ritiro delle forze russe. Alcune immagini satellitari, e non solo, mostrano quelli che sembrano essere aerei cargo in un aeroporto militare russo in Siria con i coni di prua aperti per ricevere attrezzature pesanti insieme ad elicotteri smantellati e preparati per il trasporto.