Nessun ferito fra i militari americani e un Iran che sembra indietreggiare, con queste rassicurazioni Donald Trump ha aperto il suo atteso discorso dopo l'attacco missilistico iraniano contro le basi americane in Iraq, che poteva sembrare ad un primo sguardo, come l'inizio di un'escalation, quando invece si è rivelato la possibile conclusione di 5 giorni di altissima tensione. La risposta iraniana all'uccisione di Soleimani è stata preannunciata da Teheran nei tempi necessari per assicurare la messa in sicurezza del personale nelle basi statunitensi, è stata moderata e non sproporzionata, tanto che dalle parole di Trump è facile intuire che non ci saranno ritorsioni da parte di Washington, se non l'imposizione di nuove sanzioni, anche da considerare come un deterrente per l'Iran sul capitolo nucleare. Il Presidente americano ha ribadito che finché lui sarà alla casa Bianca Teheran non avrà l'arma atomica ed è tornato a scagliarsi contro l'accordo del 2015, invitando anche i partner europei ad affossarlo e chiedendo a Teheran di iniziare, su nuove basi, un dialogo sulla questione per negoziare una nuova intesa. E non è l'unico terreno su cui Trump ha aperto ad una possibile nuova fase con l'Iran. Noi vogliamo che voi abbiate un bel futuro, un futuro che meritate, un futuro prospero, un futuro di armonia, di pace con le nazioni di tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono pronti ad abbracciare la pace con tutti coloro che la cercano. Una mano tesa da parte di Trump che, al netto di nuove rappresaglie ed escalation, appare al momento la mano di un vincitore. Gli Stati Uniti hanno eliminato uno degli uomini chiave del regime degli ayatollah, che da anni fomentava e foraggiava l'estremismo di matrice sciita nella regione e l'Iran, avendo alzato la voce, alla fine ha partorito una reazione debole, mostrando di non essere pronto, né militarmente né economicamente, ad un confronto con gli odiati americani.