Nel braccio di ferro tra FCA ed EPA, l’Agenzia per la Protezione Ambientale Americana sulle presunte emissioni truccate di 104.000 veicoli diesel venduti negli Stati Uniti, si inserisce anche il Ministro dei Trasporti tedesco. Alexander Dobrindt, in un’intervista alla Bild am Sonntag, ha lasciato da parte la diplomazia. Le autorità italiane sapevano da mesi che FCA usava dispositivi di spegnimento illegali, ha dichiarato Dobrindt, che a settembre scorso aveva contestato l’omologazione di un modello di FIAT alla Commissione europea. Ora la Commissione deve garantire il richiamo di quel modello, insiste oggi il Ministro dei trasporti tedesco, visto che FCA si è rifiutata di chiarire la sua posizione. E a stretto giro è arrivata la risposta di Carlo Calenda: “Berlino, se si occupa di Volkswagen non fa un soldo di danno”, ha dichiarato il nostro Ministro per lo sviluppo economico, affermando inoltre di avere fiducia nell’indipendenza delle agenzie americane. Volkswagen ha da poco archiviato con un patteggiamento record da 4,3 miliardi di dollari, la brutta storia del suo diesel-gate americano, con le emissioni nocive truccate su oltre 500.000 veicoli diesel venduti negli USA. L’amministratore di FCA, Sergio Marchionne, ha ribadito che non c’è nulla in comune tra il caso Volkswagen e quello FCA e ha definito spiacevole la circostanza che l’EPA abbia deciso di rendere pubblica la questione, nonostante una collaborazione che dura da più di un anno. E domani, nei laboratori dell’agenzia, in California, si incontreranno ancora i tecnici ministeriali e quelli dell’azienda italiana. Mentre anche in Francia lo scandalo sulle presunte irregolarità delle emissioni dei motori diesel potrebbe allargarsi, è proprio il caso di dire, a macchia d’olio, perché le autorità transalpine stanno indagando non solo su Renault, ma anche su altri marchi, fa sapere il Ministro dell’ambiente, Ségolène Royal.