Sono quasi 19 milioni gli elettori di Taiwan, l'unica nazione cinese che ha un sistema assolutamente democratico di eleggere il proprio leader che domani dalle 8:00 alle 4:00 di pomeriggio andranno a votare. I candidati sono tre, due sono però i più importanti: quello del Partito Democratico progressista e quello del Kuomintang. Favorita, anche se fino a sei mesi fa invece non lo era, è l'attuale Presidente uscente Tsai Ing-wen, una signora di 63 anni, single, alla guida per la prima volta nella storia, pensate, di una nazione cinese. Anche se le sue riforme sono state molto dolorose e molto combattute, gli avevano alienato la simpatia del popolo, le proteste di Hong Kong l'hanno invece fatta riavvicinare al sentimento popolare. Qui è molto forte il terrore, la paura di un eventuale intervento, anche militare, violento, da parte della Cina e la posizione durissima della Tsai ha aiutato molto a farla risalire sui sondaggi. Che cosa ha detto nel comizio di chiusura la Tsai? Ha detto che Taiwan non accetterà mai la politica, il principio del un Paese e due sistemi; che Taiwan e la Repubblica di Cina, come si chiama ufficialmente, è un paese di fatto indipendente, da sempre ha una sua Banca centrale, un suo esercito, ha un suo Parlamento e ha soprattutto un suo leader liberamente eletto a suffragio universale che, ricordiamo, è quello che chiedono ad Hong Kong ormai da molti mesi. Vedremo domani i risultati, vedremo se questo basterà a far rieleggere la signora Tsai Ing-wen.