Sono cosciente che questo voto mi impegna verso di voi nei prossimi anni, ha detto nel suo brevissimo discorso di rielezione, Emmanuel Macron nella splendida cornice degli Champ-de-Mars ai piedi della Tour Eiffel a Parigi, lo stesso luogo che gli fu negato dalla municipalità della capitale nel 2017, quando scelse poi di festeggiare l'elezione al Louvre. Oggi come allora è arrivato sul palco bianco dopo una lunga camminata, accompagnato dalla moglie Brigitte e da un gruppo di giovani sostenitori, sulle note ancora una volta, dell'Inno alla Gioia in un chiaro omaggio all'Unione Europea. La Marsigliese l'ha cantata al termine della festa elettorale una giovane mezzo-soprano egiziana membro dell' Académie de l'Opéra National. Se durante il discorso al termine del voto del primo turno Macron era apparso macchinoso, il presidente questa volta ha trascinato i suoi sostenitori visibilmente emozionato. E' bussando alla porta del cuore che si trova la verità, ha detto, facendo dell'unità il filo rosso del suo messaggio. Si è rivolto a tutti gli elettori, quelli che hanno votato per lui, chi si è astenuto, chi non avrebbe voluto dargli il tuo sostegno ma l'ha fatto per bloccare l'estrema destra di Marine Le Pen, chi invece ha scelto il Rassemblement National. Tutti saranno presi in considerazione perché da questo momento, ha detto Macron, non sono più un candidato ma il presidente di tutti. Tra le prime parole pronunciate dal leader rieletto, ecologia. Il clima e l'ambiente sono stati temi trascurarti dai due candidati al primo turno e sono stati il motivo per cui moltissimi giovani hanno votato il 10 aprile per il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon che ha invece presentato un programma più verde. Oltre il 40% degli elettori che al primo turno ha votato questa sinistra ha sostenuto adesso Macron e il presidente sa che il clima dovrà essere centrale nel suo nuovo mandato che, promette, non sarà semplicemente una continuazione del primo ma aprirà una nuova era.