"Se i risultati delle elezioni saranno confermati e se il sogno georgiano otterrà 89 seggi in Parlamento, a meno che non si assista a una sorta di cambiamento importante nella loro retorica e nelle loro politiche, è improbabile che si assista a un progresso del Paese in termini di integrazione Europea. Credo che la cosa più importante sia mantenere questa prospettiva di integrazione europea in vita, piuttosto che congelarla a tempo indeterminato perché questo non farà altro che rafforzare il posizionamento della Russia in questa parte del mondo. La Georgia sta entrando in ogni caso in una profonda crisi politica e se le aspirazioni europee venissero formalmente fermate sarebbe una grande vittoria per il Cremlino". Pensa che queste elezioni avranno un impatto sulla guerra in Ucraina o più in generale sulla Regione da un punto di vista geopolitico? I processi politici in Georgia sono piuttosto rilevanti e importanti per l'Ucraina e anche per la Regione stessa perché una Georgia stabile dove la Russia ha più interesse a esercitare la sua influenza è una componente molto significativa per l'Occidente e anche per la Regione. Per l'Ucraina è importante che la Georgia resti un alleato, un Paese che guarda a Ovest e che mantenga le stesse aspirazioni in termini di integrazione europea ed euro atlantica, è sempre stato questo il caso". Cosa pensa accadrà ora? "Bisognerà fare attenzione a due aspetti: sicuramente ci saranno delle proteste ma dovremo vedere quanto saranno partecipate e per quanto andranno avanti dovremo vedere quale sarà la risposta dell'Occidente".